MARTE IL SIGNIFICATO DEL VOLTO- LE PIRAMIDI A 19°,5 - IL PIANETA - LE MISSIONI - LA CONNESSIONE CON LA TERRA E LA SFINGE

 IL LEONE DI MARTE

Marte, nel nostro sistema solare è l’unico pianeta simile alla Terra, schiacciato ai poli, con calotte ghiacciate, e rigonfio all’equatore. 

Marte, in un epoca remota  possedeva un clima mite, con stagioni e  un’atmosfera gradevole, rendendolo  un paradiso lussureggiante.   Un ecosistema con i requisiti ideali per lo  sviluppo della vita.

Marte condivide un'esperienza con la Terra iniziata meno di 20.000 anni fa,  i frammenti esplosivi di una supernovae  colpirono diversi corpi del nostro sistema solare distruggendo Marte.

Lo sciame meteorico, catturato dall’orbita terrestre, precipita sul nostro pianeta dando luogo alla violenta chiusura dell’ultima Èra Glaciale, nel 15.000 a.C. circa.
I ghiacciai si ritirano e con l’entrata del Sole nella costellazione del Leone.  (10.970–8.810 a.C.).
 

 
 
 
 MARTE IL PIANETA PERDUTO
 
Marte dista dalla Terra, mediamente 225 milioni di Km.(le distanze variano a seconda delle rivoluzioni planetarie intorno al Sole.
Nel 2003 Marte distava dalla Terra solo  56 miliono di Km. in 60.000 mila anni e' stata la minor distanza. 
 
 

 Marte i suoi poli, nord e sud differiscono nella composizione, il polo sud è composto da anitride carbonica congelata, mentre quello nord acqua allo stato solido.  La calotta nord si è formata grazie a drastici cambiamenti  climatici . Gli scienziati hanno stimato che Marte, 4 miliardi di anni fa, fosse caldo e umido, avesse un'atmosfera piu' spessa e fosse ricoperto da mari, fiumi e laghi. Marte ospitava forme di vita biologiche.


 

 Il tentativo di studiare questo pianeta ha dato luogo solo ad una lunga serie di insuccessi a cominciare da due tentativi sovietici del 1960, quando entrambe le missioni fallirono misteriosamente. 
 
Le prime delle 22 foto scattate dal Mariner 4 su Marte
 
Mariner 4, venne lanciata dalla NASA il 28 novembre 1964. Passò a 9844 km da Marte, scattando, come programmato, 22 immagini.

Olympus Mons (Vulcano)

L'Olympus Mons ripreso dalla sonda spaziale statunitense Viking 1. 
L'Olympus Mons (latino per "Monte Olimpo") è il più grande rilievo del pianeta Marte e dell'intero sistema solare, con i suoi oltre 25 km di altezza rispetto al livello topografico di riferimento e una base di oltre 600 km di diametro.
Si è formato dallo scontro di placche tettoniche .
Marte, inoltre ospita il piu' grande deposito vulcanico esplosivo  dell'intero sistema solare.
 
L'ATMOSFERA DI MARTE dati 2020 fonte ESA 30 DICEMBRE 2020


MISSIONI 
 
 Sono state tentate almeno quaranta missioni su Marte e più della metà sono fallite.
 
Finalmente gli scienziati terrestri avevano sconfitto il fantasma galattico, a quanto pare, perché quando i sovietici tentarono di far atterrare una sonda su Marte accade una cosa sorprendente, sembrava che tutto funzionasse perfettamente ma qualcosa nello spazio che interferiva con gli sforzi terrestri di conquistarlo o si trattava solo di un'incredibile serie di coincidenze.
 
 Passarono cinque anni prima che gli Stati Uniti facessero un altro tentativo di raggiungere Marte, ma nel '76 la sonda Viking iniziò ad inviare una grande quantità di immagini prese durante la sua orbita intorno a Marte.
 
 

Entrambe erano composte da un orbiter e da un lander e scattarono le prime foto dettagliate della superficie marziana.

Mostrarono un paesaggio desertico che, per la temperatura, era effettivamente più simile alla tundra terrestre. 

Gli orbiter riuscirono a mappare il 97% del pianeta.

 La mappa rivela inoltre che la superficie marziana è più antica di quanto si credesse. Le aree formatesi durante il Primo Noachiano, ovvero tra i 4,1 e i 3,7 miliardi di anni fa, sono tre volte più estese del previsto.

 MARTE MAPPA COMPLETA VIDEO Alpha Omega channell youtube
 
 
Da Richard Hoagland:
Incoraggiata dal successo della sonda Viking l'Unione Sovietica, con una collaborazione internazionale nel 1988, lanciò una serie di sonde, (orbiter/lander sovietico Phobos 1, perso sulla rotta verso Marte nel 1989, Phobos 2, perso anch’esso vicino a Phobos, una luna di Marte e la sonda statunitense Mars Observer, persa prima dell’arrivo su Marte nel 1993).

 
La sonda inviata ad osservare una delle lune di Marte inquadrò un oggetto molto strano, del quale i russi avevano già una foto apparsa clandestinamente negli Stati Uniti. Era la foto di un oggetto massiccio di forma ellittica, gli scienziati della Nasa che sapevano della sua esistenza, non fecero commenti.
Quando le immagini trasmesse cominciarono ad essere analizzate questo disegno sulla superficie di una regione chiamata Cydonia destò l'attenzione di tutti gli scienziati.
 
 il volto
 
CYDONIA COLLES
 

 LE ERE GEOLOGICHE DI MARTE 
 
Dal punto di vista geologico Cydonia è costituita da 3 formazioni : 
 
1) Cydonia Colles, ovvero migliaia e migliaia di colline che si ergono nella pianura di Chryse Planitia.
 2) Cydonia Mensae, ossia una serie di altopiani separati da canyon, situati vicino al confine tra Chryse Planitia e Arabia Terra.
3) Cydonia Labyrinthus, ovvero una serie intricata di fratture più o meno profonde del suolo marziano, create dalla sublimazione del ghiaccio sotterraneo e dall'azione dirompente ciclica del gelo - disgelo che tende a fratturare il terreno in poligoni, tipico del permafrost.
 
Negli anni '80 e negli anni '90, Cydonia ha contribuito nel conferire a Marte quell'aura mitica di mistero che ha appassionato e che tuttora appassiona i ricercatori e tutti coloro che seguono l'esplorazione spaziale.
 
 I misteri su Marte sono ancora tanti e tutt'altro che risolti, ad incominciare dall'origine del metano che potrebbe essere biologica. 
 
Un altro enigma interessante da risolvere è l'origine dei calanchi marziani (in inglese "gullies") : li crea l'acqua corrente oppure il ghiaccio di anidride carbonica? ΔΩ
fonte: Alpha e Omega channel 
 
Migliaia di colline intervallati da Canyon, erose dall'acqua e dal vento e dal ghiaccio per migliaia di anni. 
Nel Noachiano, cioè 4 miliardi di anni fa, Cydonia era sommersa dall'oceano Boreale. 
Nell'Esperiano, cioè 3 miliardi e mezzo di ann fa, Cydonia è stata erosa dal ghiaccio. 
Nell'Amazzoniano, cioè 3 miliardi di anni fa, Cydonia si trasforma in un ambiente freddo, secco e arido.
 immagini dal video
 
 
C'è  una gigantesca scultura che alcuni scienziati ipotizzano sia stata creata
da una razza sconosciuta di essere intelligenti e se è così, se è quello che sembra, cosa ha a che vedere con la Terra Marte ?

il volto di Marte, immagine artistica tratta dal film 
"Mission To Mars" del 2000.
 
 
La  prima reazione ufficiale della Nasa questa foto fu quella di
considerarla un semplice gioco di luce certamente nessuno credeva che poteva esserci un enorme volto scolpito su Marte e poi chi ne sarebbe stato l'autore ?
 
La nasa non prese neanche in considerazione l'idea che questa fosse una creazione di un intelligenza aliena ciononostante quando l'immagine fu catalogata venne registrata come "testa" (RICHARD HOAGLAND).
 
Immagine del Viking 1 Lander su Marte a Cydonia
 
La Nasa continuò ad insistere che l'immagine non era altro che il prodotto di un gioco di luci e per dimostrarlo disse anche che la sonda Viking 1 Orbiter aveva fotografato la stessa area da una diversa angolazione e che nella seconda foto non si vedeva nessuna faccia. In  un'altra foto c'era un volto illuminato da sole ma con dei dettagli molto più nitidi. L'immagine degli occhi mostrava delle pupille e nella zona della bocca erano riconoscibili i denti (RICHARD HOAGLAND)
 
 
Questi due diversi fotogrammi contengono altri interessanti dettagli relativi all'area circostante.
 Grazie all’avvicinamento sono state ottenute nuove immagini che dovrebbero deliziare i teorici della cospirazione amatoriale in tutto il mondo. Mostrano la regione di Cydonia e il “volto” in una chiarezza senza precedenti.
 



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L'ESA (agenzia spaziale europea) scrive nel suo sito: "La sonda dell’ESA Mars Express ha ottenuto nuove immagini della regione di Cydonia, il sito della celebre “Faccia di Marte”. 
Le immagini della High Resolution Stereo Camera della navicella dell’ESA includono alcune delle viste più spettacolari del pianeta rosso mai ottenute in precedenza."

"Dopo molti tentativi andati a vuoto a causa di polvere in quota e in bassa atmosfera o di foschie, dall’aprile 2004 fino al luglio 2006, la High Resolution Stereo Camera a bordo di Mars Express è finalmente riuscita a raccogliere, il 22 luglio, una serie di immagini che mostrano la famosa “faccia” con un dettaglio senza precedenti.

I dati sono stati ottenuti nel corso della orbita 3253, sorvolando la regione di Cydonia, ed hanno una risoluzione di circa 13,7 metri per pixel. Cydonia si trova a una latitudine di 40.75° nord e a una longitudine di 350.54° est.

“Queste immagini di Cydonia sono davvero spettacolari,” ha commentato Agustin Chicarro, Project Scientist della Mars Express. 
 
“Non solo ci offrono una vista completamente nuova e dettagliata di un’area cara agli amanti dei miti spaziali, ma ci forniscono anche un impressionante zoom di un’area di grande interesse geologico, mostrando -una volta di più- le grandi capacità della camera ad alta risoluzione della Mars Express”.

Cydonia si trova nella regione delle Terre di Arabia e fa parte di quella zona di transizione tra l’area collinare del sud e le grandi pianure del nord di Marte. La transizione è caratterizzata da larghe vallate colme di materiale residuo e da cumuli che sorgono isolati, di varia forma e dimensione.

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 Dopo numerosi tentativi di immaginare la regione di Cydonia dall’aprile 2004 al luglio 2006 frustrati dall’altitudine e dalla polvere atmosferica e dalla foschia, la fotocamera ad alta risoluzione (HRSC) a bordo di Mars Express ha finalmente ottenuto, il 22 luglio, una serie di immagini che mostrano il famoso “volto” su Marte in un dettaglio senza precedenti. I dati sono stati raccolti durante l’orbita 3253 sulla regione di Cydonia, con una risoluzione al suolo di circa 13,7 metri per pixel. Cydonia si trova a circa 40.75 ° Nord e 350.54 ° Est.
 

“Queste immagini della regione della Cydonia su Marte sono davvero spettacolari”, ha detto il dott. Agustin Chicarro, scienziato del progetto Mars Express dell’ESA. “Non solo forniscono una visione completamente fresca e dettagliata di un’area famosa per i fan dei miti spaziali di tutto il mondo, ma forniscono anche un impressionante primo piano su un’area di grande interesse per i geologi planetari e mostrano ancora una volta l’elevata capacità di Marte. Macchina fotografica Express. “

 dal video di Alpha e Omega channell


 

RICHARD HOAGLAND: Cydonia si trova nella regione dell’Arabia Terra su Marte e appartiene alla zona di transizione tra gli altipiani meridionali e le pianure settentrionali di Marte. Questa transizione è caratterizzata da ampie valli piene di detriti e cumuli di resti isolati di varie forme e dimensioni. Ma torniamo ora all’origine del mito:

Quando la missione Viking 1 restituì le foto della superficie marziana nel 1976, l’immagine di una parete rocciosa nella regione di Cydonia catturò l’attenzione del pubblico.

Era un trucco di luci e ombre? Un residuo di un’antica civiltà?

Mentre la missione Viking 1 circondava il pianeta rosso alla ricerca di un sito di atterraggio per la sua nave gemella, Viking 2, scattò foto di Marte per gli ingegneri della NASA per studiare. Il 25 luglio 1976, ha catturato l’immagine di un cumulo di rocce che assomigliava molto a un volto umano. 

Quando la NASA pubblicò la fotografia quasi una settimana dopo, la descrissero come “un’enorme formazione rocciosa al centro [della foto], che assomigliava a una testa umana”.

 Nell’aprile del 1998, il Mars Global Surveyor della NASA ha scattato immagini più dettagliate del volto. Altre immagini ad alta risoluzione successivamente riprese da Mars Reconnaissance Orbiter e Mars Express dell’Agenzia spaziale europea hanno rivelato che l’analisi originale delle immagini era corretta; la suggestione di un volto è un’illusione ottica rivelata solo quando la luce colpisce la superficie e i pozzetti delle rocce a specifici angoli.

 Tali strutture non sono particolarmente indicative della vita aliena. 

 Anche sulla Terra, formazioni come il “Vecchio della Montagna” nel New Hampshire possono creare immagini esteticamente piacevoli senza interventi extraterrestri.


 
in questo grafico è ben delineata la Costellaziuone di ORIONE !

La pareidolia facciale di Cydonia ispirò individui e organizzazioni interessati all’intelligenza extraterrestre e alle visite alla Terra, e le immagini furono pubblicate in questo contesto nel 1977.

 Alcuni commentatori, in particolare Richard C. Hoagland, ritengono che “Face on Mars” sia la prova di un la civiltà marziana perduta da tempo insieme ad altre caratteristiche che credono siano presenti, come le apparenti piramidi, che sostengono fanno parte di una città in rovina.

 



 


 PIRAMIDE PENTAGONALE A CINQUE LATI DI MARTE

MARTE IN REMORE VIEWING 

Egizi Maya Aztechi Sumeгi Dei o Extгateггestгi?

5 agosto 2020 - VISIONE REMOTA REMOTE VIEWING MARTE

"Secondo un  documento declassificato della Central Intelligence Agency (CIA), nel 1984 si legge che fu usato un "lettore" psichico per esaminare un'area di Marte com'era un milione di anni fa. 

L'uomo, non sapeva che le coordinate fornitegli, erano del Pianeta Rosso... 

Disse di vedere piramidi, veicoli spaziali e umanoidi insolitamente alti che combattevano contro il collasso ambientale. 

Un posto desolato, polveroso e secco, come se il dio della guerra avesse spazzato la sua superficie in tempi antichissimi. 

La "città Inca" su Marte, ha suscitato scalpore all'interno della comunità scientifica negli anni '70, e le prove di un colossale insediamento all'interno del famoso cratere Hale, c'è un intero complesso che sorge sulla superficie. 

 Una grande piramide a cinque lati, una misteriosa struttura a forma di viso chiamata "la faccia di Marte", un'altra formazione chiamata "torre di guardia" e altre strutture a forma di piramide. 

  Altre immagini ricevute nel corso degli anni, hanno rivelato ulteriori irregolarità, che si ritiene fossero antichi insediamenti. 

La "città Inca" su Marte, ha suscitato scalpore all'interno della comunità scientifica negli anni '70, e le prove di un colossale insediamento all'interno del famoso cratere Hale, hanno confuso molti studiosi lasciandoli senza parole. 

Una enorme quantità di prove, indica che una civiltà intelligente sia vissuta sul nostro vicino ormai desolato, e non c'è stata quasi nessuna divulgazione da parte dei media ufficiali. 

Ma in che modo questo segreto li avvantaggia? E la risposta è: "potere e monopolio sull'informazione". 

In un curioso documento della CIA, è scritto che, lo scopo iniziale era quello di imparare di più sul Pianeta Rosso usando la tecnica chiamata "visione remota", usando la percezione extrasensoriale (ESP), chiamata anche "sensazione mentale"

Un modo di fornire dettagli su un oggetto, posizione, persona o evento nascosto alla vista fisica e separato da periodi di tempo. 

I documenti della CIA declassificati, rivelano che questa pratica ha ricevuto molta attenzione da vari servizi segreti. 

Hanno usato la visualizzazione remota come strumento per raccogliere informazioni che sarebbero altrimenti inaccessibili. 

Con questi esperimenti molto interessanti, si è concluso che la visione remota era abbastanza accurata da poter essere utilizzata per il lavoro sul campo. 

Ne è prova il documento declassificato della CIA del 9 maggio 1984: 

Anche se i fisici Russell Targ e Harold Puthoff, ricercatori di parapsicologia presso lo Stanford Research Institute (SRI), hanno il merito di aver promulgato il termine "visione a distanza" per differenziarlo da un altro termine correlato "chiaroveggenza", fu Ingo Swann che per primo usò questa abilità durante un esperimento nel 1971 tenuto presso l'American Society for Physical Research a New York City. 

Ingo Swann è menzionato nei documenti della CIA, come il più preciso con l'abilità della visione remota e non c'è da meravigliarsi che la CIA lo abbia impiegato per vari compiti impossibili da svolgere. 

Nel suo libro " Penetrazione " del 1998 , Swann, fornisce maggiori dettagli sui compiti svolti dall'Agenzia.

Nel 1975, Swann fu incaricato da un ufficiale della CIA di nome Axelrod / Axel, di intrufolarsi nelle basi della Luna usando la sua abilità. 

Questi particolari risultati, sono discussi apertamente nel capitolo 5 del suo libro. 

I risultati sono stati soddisfacenti per la CIA, che ha impiegato altri visualizzatori remoti per saperne di più sulle posizioni fuori dal pianeta

Date le immagini sconcertanti ricevute dal Viking Orbiter nel 1976 della superficie di Marte, la sua attenzione, si concentrò immediatamente in quella direzione. 

La procedura iniziale, è dettagliata nella seconda pagina del documento della CIA del 22 maggio 1984.  Il corpo del documento della CIA (pagina 3-9), è una trascrizione delle risposte offerte dal visualizzatore remoto (noto come SUB) al richiedente (noto come MON). 

SUB non era a conoscenza delle posizioni delle coordinate fornite, ma le loro risposte erano estremamente rilevanti. La prima regione indicata (40,89 gradi nord / 9,55 gradi ovest) fu Cydonia, il luogo in cui furono identificate numerose strutture simili a edifici e monumenti terrestri. 

Ecco le prime impressioni di SUB sulla visualizzazione remota del sito. 

Il visualizzatore remoto fu inviato indietro nel tempo, a circa un milione di anni fa e gli venne chiesto di fornire dettagli sulla popolazione del pianeta ( Marte ) che abitava la regione. 

L'uomo vide umanoidi molto alti e magri vestiti con costumi di seta. 

Li vide che stavano cercando dei modi per sfuggire agli eventi spietati che stavano spazzando tutta la superficie del pianeta. 

Per garantire la sopravvivenza della loro specie, questi esseri, presero in considerazione la migrazione verso altre parti del Sistema Solare (1 milione di anni fa). 

Molti di loro hanno avuto la fortuna di farlo, mentre altri, aspettarono che i loro fratelli li salvassero. Il visualizzatore remoto vide quindi, quella che sembrava un'astronave che trasportava questi umanoidi. 

Il loro viaggio li portò su un pianeta con intensa attività geologica, dove in superficie crescevano diverse specie di piante, a differenza del loro pianeta, dove ormai, mancava la vegetazione. 

Questo nuovo posto era la Terra?







  SATELLITI DI MARTE

Il giorno di Marte dura 24 ore con 37 minuti, e ha due satelliti che alcuni scienziati sostengono sono di natura artificiale, parcheggiati “eoni” e usati come stazioni spaziali da una civiltà aliena avanzata. Uno degli argomenti principali che sostengono questa teoria “selvaggia” è che uno dei suoi satelliti viaggia quattro volte più velocemente di Marte. Si tratta di asteroidi intrappolati nell'orbita di Marte. 


 




LA CITTA' DI MARTE E LE SUE PIRAMIDI 
 

 


 A circa 15 chilometri dal Volto  ci sono due forme piramidali,  l’imponenza delle strutture marziane ancora intatte.
 
Alcune delle costruzioni di Cydonia, trovandosi nei pressi e perfino dentro i crateri, suggeriscono che costruirono l’intero complesso dopo il cataclisma terminale di Marte e non prima.  
 
Queste due piramidi hanno la peculiarità di avere un aspetto triangolare molto regolare.
 All'apice di ciascun angolo è visibile una specie di contrafforte, che a un esame più approfondito mostra di avere anch'esso una forma piramidale.
 
Con l'aiuto di un computer tridimensionale, l'elaborazione delle immagini  dimostra chiaramente che la faccia derivava da una scultura tridimensionale, di un volto dall'aspetto umano, una struttura alta circa 5 km e lunga più di due chilometri .
 
Questa è una forma a quattro lati e a quattro angoli , un tetraedro,  se si introduce questa forma in una sfera ma viene un fenomeno in crescita, se un perfetto tetraedro piramidale viene inserito all'interno di una sfera, come un pianeta, in modo che il vertice sia al polo nord al polo sud,  gli altri angoli cadranno sulla latitudine di 19 gradi e mezzo al nord o a sud,  proprio come gli angoli scoperti nella grande piramide.
 
Questo gigantesco tetraedro fu costruito sulla pianura di Cydonia per aiutare le future generazioni a capire le fonti di potenza presenti nei loro pianeti.
 
 Pur accettando il “volto” come soggetto per lo studio scientifico, l’astronomo Carl Sagan ha criticato molte delle speculazioni che lo riguardano nel capitolo “L’uomo nella luna e il volto su Marte” nel suo libro The Demon-Haunted World. 

Da piramidi, presunte rovine della città, strutture a forma di piramide, a innumerevoli informatori che hanno rivelato dettagli affascinanti su Marte e presunte “civiltà aliene” che un tempo esistevano sul pianeta rosso, Marte è stato oggetto di dibattito per decenni.

                           LE PIRAMIDI PENTAGONALI DI MARTE

 

 
 
 
 IL LEONE STELLARE  
 
 
 
 

 
                                              LA SFINGE EGIZIA
 
  è stata realizzata da un unico substrato roccioso ed è la più grande statua monolitica tra le sfingi egizie: è lunga 73 metri (dalla coda alle zampe anteriori), alta 20 metri (dalla base alla punta della testa) e larga 19 metri; la sola testa ha un'altezza di 4 metri.
 
Rispetto al corpo la testa attuale è di dimensioni ridotte.
 
Ci sono delle anomalie riguardo alle e dimensioni sproporzionate della testa in confronto al resto del corpo della Sfinge, così come il fatto che la testa presenti un grado di deterioramento molto minore a quello presentato dal corpo leonino. 
Tutto ciò fa supporre che originariamente la statua avesse un’altra testa, più antica, che fu poi “riscolpita”.
 
Oservando il collo della Sfinge  si nota che è molto piu' largo e delineato rispetto al continum che sostiene la nuova testa che rappresenta un faraone umano e non un Leone come doveva essere in realtà. 
 
            LA DOMANDA E' : PERCHE' HANNO SOSTITUITO LA TESTA?
 
Uno dei misteri della Sfinge, alimentato dalle leggende popolari, è certamente la presenza di passaggi nascosti al suo interno. Attualmente è nota l'origine di uno di essi soltanto: un breve varco senza uscita dietro la testa, lungo approssimativamente 5 metri, scavato nel 1837, durante la ricerca di una camera segreta all'interno del corpo. 

L'ipotesi che all'interno del monumento ci siano camere nascoste non ha riscontri scientifici, anche se gli ultimi scavi hanno rilevato la presenza di altri tre cunicoli nel corpo della statua:

  • il primo cunicolo si trova anteriormente, dietro la stele fatta porre dal faraone Tuthmosis IV tra le zampe della Sfinge
  • il secondo cunicolo si trova sul lato nord (a destra per chi guarda il volto della statua): la sua esistenza era stata da tempo ipotizzata osservando le foto ingiallite di Emile Baraize,  pioniere dell'egittologia, che mostrano operai nell'atto di rimuovere sabbia da un tunnel.
  • il terzo cunicolo è di recente individuazione (l'archeologo ed egittologo egiziano Hawass vi è entrato per la prima volta durante i restauri della struttura, terminati da poco); è sita presso la coda e avrebbe una profondità di ben 15 metri.

Non si esclude che tali cunicoli debbano essere fatti risalire a tentativi più o meno antichi di penetrare in una presunta camera segreta situata nel corpo della Sfinge o al di sotto di essa.

La stanza dei Registri è una mitica biblioteca sepolta sotto la Sfinge di Giza che secondo alcuni (a cominciare dall'occultista e sensitivo statunitense Edgar Cayce  conterrebbe tutta la conoscenza degli antichi Egizi fissata su rotoli di papiro, oltre alla storia del perduto continente di Atlantide.

                      LA COSTRUZIONE DELLA SFINGE ORIGINI 

 Il monumento probabilmente fu ricavato da un affioramento di roccia durante la costruzione delle Piramidi di Giza.
Stranamente la Grande Sfinge è un monumento isolato, mentre le Sfingi successive erano poste in coppia per proteggere l'ingresso di un edificio. 
In teoria poteva essere stata scolpita un'altra grande Sfinge.
 
 La creatura di pietra, il leone, venerata dagli egizi col nome di Horakhti, “Horus dell’Orizzonte”, era connessa al dio Horus, simbolo del Sole e del pianeta Marte che a volte passa tra i piedi del Leone.
 
  È certo che la Sfinge si rivolge verso est, mentre le piramidi di Giza sono disposte precisamente secondo i punti cardinali. Alcuni studiosi hanno concentrato le loro ricerche su questa particolare disposizione, e nel XIX ricostruirono gli allineamenti astronomici che potevano verificarsi in tempi passati. 
 
La Sfinge rivolgendosi verso est, scorge l'alba ogni giorno, mentre soltanto due volte l'anno vede nascere il sole in modo diretto; certamente è stata pensata come un monumento solare. Considerando il suo nome divino Horemakhet, la Sfinge incarnerebbe non solo il dio Horus sotto forma di Sole all'alba ma anche al tramonto, proteggendo così la piana di Giza.
 
Se nel corso dei secoli il monumento ha sempre guardato verso il sole, non è stato così per le stelle sullo sfondo, che si sono spostate a causa della Precessione degli equinozi .
La disposizione delle tre Piramidi di Giza è conforme come le stelle della Cintura di Orione.

A rafforzare quest'ipotesi nel 10500 a.C. la linea immaginaria che collega le tre piramidi da nord a sud puntava direttamente verso il meridiano celeste intersecandosi con la Costellazione di Orione.
 
 Grazie ai calcoli elaborati al computer è stato possibile ricostruire su che sfondo di stelle sorgesse il sole nei diversi secoli, ed è interessante notare che nel 10500 a.C. era proprio la Costellazione del Leone.
 
 I sostenitori di questa teoria ipotizzarono che gli antichi egizi, osservando questa costellazione, in cui si vede  un leone sdraiato di lato, l'associassero alla Sfinge. 
 
Con l'aiuto dei computer dagli anni sessanta del Novecento  in poi i calcoli furono più precisi. Secondo l'ipotesi astronomica la Sfinge sarebbe collegata alle altre piramidi, e perciò costruita nello stesso periodo, anch'esso anticipato al 10500 a.C.

La Grande Sfinge fu realizzata scolpendo la pietra viva, mentre alcune parti sono state costruite o riparate con l'aggiunta di blocchi di roccia tagliati. Tuttavia lo strato roccioso varia all'interno del monumento. La struttura geologica fu analizzata a metà degli anni '80 (del 900)  Il risultato fu che il monumento è composto da tre diversi strati rocciosi:

  1. lo strato inferiore del corpo è di pietra calcarea dura ma fragile, di origine più antica;
  2. lo strato mediano, che comprende il nucleo della Sfinge, migliora salendo verso l'alto, ma è in media di pessima qualità; per questo sono presenti numerose crepe;
  3. lo strato superiore, che comprende la testa della Sfinge e il collo, è formato da pietra calcarea dura, che diventa sempre più pura nella testa, permettendo una migliore conservazione nel tempo.
 Nonostante il tipo di pietra utilizzato per la testa della Sfinge sia di qualità migliore rispetto a quello usato per il corpo, il volto è la parte più danneggiata del
monumento. La causa, tuttavia, non è solamente da attribuire al deterioramento naturale, ma anche all'azione dell'uomo. Infatti il naso è stato completamente rimosso, mentre la bocca e gli occhi sono stati gravemente danneggiati.
 
L ’eminente egittologo britannico Sir E. A. Wallis Budge affermava che “Horus” , in origine “Heru” , ha in sé il significato di “volto”
 La Sfinge è il “Volto dell’Orizzonte”, con riferimento al volto del disco solare. 
 Immediata la connessione con il viso enigmatico di Cydonia. 
 
Gli Egiziani si riferivano a Marte come Hor Dshr, Horus il Rosso. 
 In alcune iscrizioni di tombe nell’Alto Egitto Marte viene definito anche come:
“Il suo nome è Horakhti” e “la stella dell’est”. 
  Se la Sfinge è orientata a est e il suo nome è Horakhti, la Sfinge è Marte.
 Per lungo tempo è stata dipinta di rosso, colore della superficie marziana e  possedeva in origine un volto felino. 
 
Statuine in foggia di leone dipinte in rosso sono state trovate sepolte sotto la Sfinge in passato a completare la simbologia planetaria.
La  mitologia indù ricorda Marte come Nr–Simha, l’Uomo–Leone, quarta incarnazione dell’avatara–dio Vishnu.  

La Stele del sogno  la identifica con un altro nome, quello con cui era conosciuta nell'antichità: Hor em akhet, reso Armachis in greco.

Le consonanti che compongono Hor em akhet sono hr w kt oppure hr m kt; hr vuol dire Horus, w significa dimora (mentre m esprime lo stato in luogo), kt è l'orizzonte: Horus dimora (oppure è, si trova) all'orizzonte (qualcuno traduce anche Horus sorge all'orizzone).

Nonostante il significato esplicito di questo nome, gli studiosi non riscontrano una relazione tra Sfinge e Horus; qualcuno, invece, identificando Horus con il Sole ritiene che il rapporto esista, dal momento che la Sfinge assiste alla sua nascita ogni giorno.

 Il ricercatore statunitense Richard Hoagland, nota che la città del Cairo, al confine sud della necropoli di Giza, deve il suo nome agli Arabi invasori, in possesso, forse, di tradizioni esoteriche molto antiche, che nel IX sec. d.C. decisero di chiamarla El Kahira, Marte.
 Tali indizi sono un chiaro segno che la casta sacerdotale egizia, in possesso di conoscenze astronomiche superiori a quelle odierne, osservava e registrava con attenzione i segni del cielo, codificando nella pietra tali avvenimenti.
 
La costruzione della Sfinge, quindi, è un riferimento preciso agli eventi occorsi a Marte e alla Terra nell’Èra del Leone, una sorta di calendario che ricordasse la prima, lontana catastrofe.
 
Dal 2.500 al 2.000 a.C. si abbatterono sul nostro pianeta diverse meteore, era la fine dell’Era del Toro (4.490–2.330 a.C.).
 
Inoltre  Seth, fratello di Horus e suo nemico mortale, viene descritto con capelli rossi. 
Era il dio delle tempeste e dell’oscurità, del fuoco e dello zolfo,  caratteristiche proprie di una cometa devastatrice.  
Fu una  lotta cosmica, questa tra Horus e Seth, da cui dipendevano le sorti di un equilibrio sulla Terra fino a quando Horus avrebbe definitivamente vinto, resuscitando e rinconquistando l'intero Egitto e instaurando una nuova Età dell’Oro sulla Terra.
L'unione Horus–Seth–Sfinge diventa così indivisibile. 
Horus è il Sole che incontrerà Seth, la terribile cometa, la quale colpisce una prima volta Marte e poi la Terra, ciclicamente visitata dai frammenti cosmici, entrambi i pianeti con la loro Sfinge.

La località di Dashour, sulla riva occidentale del Nilo, conserva le due grandi piramidi di Snefru della IV Dinastia cioè  la piramide “Rossa” e la piramide “Curva”, costruite intorno al 2.500 a.C. La piramide rossa rappresenta Marte.

La costellazione del Toro dominava in quel tempo  il cielo con la levata eliaca del gruppo stellare delle Iadi; tra di loro spiccano Aldebaran, di colore rosso, ed epsilon Tauri, gli occhi dell’animale. 

Il maestro Gurdjeff vide nel corso dei suoi viaggi in Medioriente una mappa dell’Egitto prima delle sabbie che mostrava la configurazione stellare sul territorio egizio di Orione e del Toro

La conoscenza astronomica era evidente con sognificati ancora a  noio sconosciuti.

La sfinge è la rappresentazione di un leone posto a guardia delle Piramidi.

LA SFINGE AVEVA LA TESTA DI UNA LEONESSA



Intervista a cura di Adriano Forgione presente su Fenix n.136

Per la prima volta, una ricerca scientifica identifica la presenza di tracce sulla Sfinge che dimostrerebbero che la testa del monumento, per come la conosciamo, fu solo rimodellata durante l’Antico Regno, eliminando materiale da un volto più grande e più proporzionato. 



Adriano Forgione ha intervistato l’autore di questo studio…

l’attuale modello storico della storia propone che il re Chefren della Quarta Dinastia egizia avrebbe scolpito la Grande Sfinge dal substrato roccioso dell’altopiano di Giza intorno al 2500 a.C., e che l’intera statua sia stata ricavata dal calcare grezzo dei tre substrati che la costituiscono in un solo momento storico.

Tuttavia, un numero crescente di prove suggerisce che la Grande Sfinge è più antica della data comunemente attribuita alla sua costruzione e che la testa e il collo di Chefren, effettivamente piccoli e sproporzionati rispetto al corpo leonino, sono stati semplicemente rimodellati da una scultura precedente per creare il volto della Grande Sfinge che conosciamo durante l’Antico Regno. 

Un rinomato scultore americano, Rob Neyland, ha pubblicato un articolo scientifico sulla rivista  Scientific Research in cui presenta un’analisi archeo-scultorea della Grande Sfinge, sottoponendo il monumento ad un dettagliato esame ricostruttivo. 


Questo per dimostrare l’esistenza di tracce “vestigiali” precedentemente non segnalate, che suggeriscono una modifica della testa partendo da una precedente scultura parzialmente rimossa, alterata e rimodellata

La sua opera tende a provare che tutte le caratteristiche del volto scolpito durante l’Antico Regno siano perfettamente contenibili all’interno di un volto più grande di leonessa, e che questo volto sia perfettamente proporzionato al corpo, a differenza di quello fatto scolpire da Chefren.

 Abbiamo raggiunto Rob Neyland che ha rilasciato in esclusiva per Fenixl le sue argomentazioni. 

La leonessa Mehit, con l’asta-chiave sul dorso. Dai pannelli di legno trovati all'interno della tomba di Hesy-Ra ufficiale della Terza dinastia a Saqqara. 

 


L'uso di questa immagine associata alla dea leonessa Mehit risale ai primi tempi dinastici (Foto ©Adriano Forgione

    CONFRONTO TRA IL VOLTO DIO CYDONIA E LA SFINGE

Richard Hoagland :
Furono eseguiti degli studi sul volto di Cydonia e copiarono la metà sinistra della testa di Cydonia e ne fecero un immagine speculare e la unirono all'altro lato del volto creando una faccia con le due metà.
 
I risultati furono interessanti,  ma inconcludenti, tuttavia quando fecero la stessa cosa con la metà destra ossia la ribaltarono e la unirono alla parte sinistra
il risultato fu la chiara immagine della testa di un leone .


Hoagland, che ha compiuto una serie di studi geometrico–matematici approfonditi sulla piana di Cydonia, ha scoperto che la piramide principale del sito è allineata perfettamente lungo l’asse nord–sud del pianeta, mentre l’intero complesso sembra orientato, in maniera quasi cerimoniale, verso la Sfinge
 
Evidenziando, inoltre, il contrasto fotografico nell’immagine del volto, mediante un particolare assemblaggio, ha ottenuto la rappresentazione di una testa leonina e di un volto dell’Homo Erectus, un ominide risalente a 500.000 anni fa. 
 

 
 
 

 
Hoagland image

 

 

Mery Iannone  immagine

Mery Iannone immagine

Il ricercatore è giunto alla conclusione che il pianeta Marte era abitato in quel periodo da una civiltà evoluta in possesso di una geometria sacra per  edificare templi imponenti, analoghi a quelli terrestri, che racchiudevano il segreto dell’universo. 

 Forse un popolo stellare che praticava il culto del Leone. 

Lo scrittore britannico Brinsley Le Poer Trench, studioso del fenomeno UFO, collocava sul pianeta rosso l’Eden biblico, affermando che i cherubini posti a guardia del cancello d’entrata, in realtà erano le due lune artificiali di Marte, Phobos e Deimos.

Un mito egizio descrive il luogo in cui vivevano gli dei, “una bella regione fertile, dove il grano bianco e l’orzo rosso crescevano lussureggianti a grande altezza, e dove i canali erano numerosi e colmi d’acqua…“.
 
Un'immane catastrofe avrebbe costretto la popolazione marziana ad abbandonare il proprio pianeta per trasferirsi su un altro pianeta, la Terra.
 
 Una grandiosa teoria universale comunicataci anche attraverso le foto prese dal Viking dai disegni geometrici della struttura gli studiosi credono che la chiave di comprensione della geometria della grande piramide risieda nella grandezza nella forma e nella posizione della monumentale struttura.
 
La piramide non è orientata verso il polo nord marziano ma è girata lievemente da un lato la latitudine,  mostra che due delle facce sono fuori allineamento con lo stesso angolo di differenza 19 gradi e mezzo.
 
 perché 19.5 ?
 
Fra tutti i pianeti maggiori e minori che sono stati sorvolati osservati o cartografati negli ultimi trent'anni  dalla Nasa la più grande perturbazione si è notata su Giove con la grande macchia rossa che si trova a 19.5 gradi a nord.
 
Sul pianeta Giove c'è un enorme ciclone, una tempesta atmosferica,  più vasta dell'intero pianeta Terra che continua ad imperversare, anno dopo anno, esattamente a 19 gradi e mezzo.
 
Haugland afferma che su ogni pianeta del nostro sistema solare sembra  ci sia una specie di enorme perturbazione geologica o atmosferica proprio a 19 gradi e mezzo a nord o al sud, incluso il nostro gigantesco vulcano Moana loa.
Il Mauna Loa è un vulcano situato sull' Isola Haway .
 Si tratta di un vulcano a scudo con volume stimato di 75.000 km³, che ne fa il più grande vulcano attivo della Terra per volume anche se la sua cima (4.169 m.s.l.m.)
 
  Dato che la sua struttura a forma di cono poggia sul fondale oceanico profondo circa 5000 m, l'altezza complessiva della montagna supera quella dell'Everest.
 
 C'è un'immensa potenza dirompente che dal centro della Terra emerge nelle isole Hawaii a 19 gradi e mezzo a nord, questo ci suggerisce forse che i costruttori della grande piramide registrarono nella sua struttura una specie di chiave della natura intrinseca di ogni pianeta del nostro sistema, compresa la Terra, secondo Haugland i costruttori dei monumenti di Cydonia avevano una ragione per lasciare iscritto nella piramide il numero 19.5.
 
Questa è una forma a quattro lati e a quattro angoli , un tetraedro,  se si introduce questa forma in una sfera ma viene un fenomeno in crescita, se un perfetto tetraedro piramidale viene inserito all'interno di una sfera, come un pianeta, in modo che il vertice sia al polo nord al polo sud,  gli altri angoli cadranno sulla latitudine di 19 gradi e mezzo al nord o a sud,  proprio come gli angoli scoperti nella grande piramide.
 
Questo gigantesco tetraedro fu costruito sulla pianura di Cydonia per aiutare le future generazioni a capire le fonti di potenza presenti nei loro pianeti.
 
 Se queste scoperte sono realmente la prova a lungo attesa dell'antica esistenza di vita intelligente su un altro mondo non sarebbe logico dareun'occhiata più ravvicinata alla regione di Cyidonia su Mart
 
 
 

 Inoltre, la posizione dei tre crateri stabilisce la connessione con la cintura di Orione, tirando le linee tra i crateri allineati e Olympus Mons si ottiene un triangolo perfetto .

 

 L'esplorazione di Marte con esseri umani è prevista nei prossimi anni intorno al 2060 ed anche la sua terraformazione.

 Ringraziamo Omega click e Alpha Omega youtube ed altre persone e pagine ed Enti  citate nel testo. 


Mery Iannone Cosmonauta
 
 

 
 
 

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