IL PARADOSSO DEI VIAGGI NEL TEMPO. Stephen Hawking
Stephen Hawking
l viaggio nel futuro è realtà,
ma è impossibile viaggiare nel passato
Professore dell’Università di Cambridge dove ha occupato la stessa cattedra
che fu di Newton, membro della Royal Society e autore di libri giudicati – nel suo genere – dei veri capolavori.
In questo caso, parliamo di tunnel microscopici, così piccoli da formarsi in un minuscolo universo chiamato “schiuma quantistica”.
Questo luogo si trova a un livello ancora più piccolo di quello dei quark, quindi
sono praticamente invisibili.
Perché Hawking è tanto sicuro della loro esistenza?
Per un motivo ragionato:
le tre dimensioni, che conosciamo (altezza, larghezza e profondità) sono piene di incrinature.
Non c’è motivo di credere che anche la quarta dimensione (il tempo) non abbia le stesse irregolarità e, secondo lo scienziato, proprio queste irregolarità permetterebbero un’unione (un passaggio) tra due tempi diversi.
Ora, i wormhole della schiuma quantistica continuano a formarsi, a distruggersi
e a cambiare.
Al momento sono così minuscoli da impedirci persino di vederli (si parla di un trimiliardesimo di centimetro).
Ritorno al passato
Apriamo quindi il nostro tunnel e facciamo in modo, passando attraverso di
esso, di tornare indietro nel tempo di un minuto.
In pratica arrivate nella stessa stanza e vedete il vostro io del passato che sta cercando di aprire il tunnel, lo stesso che avete appena preso.
Decidete di chiamarlo a gran voce. Il vostro vecchio io si volta e rimane sbalordito; ma così facendo lascia il lavoro a metà e non apre il tunnel.
Come potete immaginare, si crea un paradosso.
Come è possibile che siate andati nel passato, se avete impedito a voi stessi di aprire il tunnel?
Stephen Hawking una risposta ce l’ha: non è possibile.
E infatti, le leggi dell’universo fanno in modo che paradossi simili non accadano.
Per capire il meccanismo, immaginatevi un concerto rock.
Il cantante parla nel microfono e i suoni arrivano alle casse, da dove escono; si diffondono quindi nella stanza e parte di essi ritornano nel microfono, sommandosi alla nuova voce del cantante.
Il ciclo è praticamente infinito e, alla lunga, provocherebbe la distruzione dell’impianto strumentale.
Nel caso del nostro tunnel aperto il concetto è lo stesso, solo che al posto del suono dobbiamo pensare alle radiazioni che ci sono naturalmente nel nostro universo.
Una volta aperto il tunnel, queste radiazioni vanno nel passato; da qui rientrano ancora nel tunnel, sommandosi a quelle precedenti.
A un certo punto, il wormhole imploderà su se stesso.
Ecco perché i tunnel continuano a distruggersi.
Ed ecco perché, di conseguenza, ogni viaggio nel passato risulta impossibile.
Altri esperimenti fisici sembrano dare conferma a questa teoria: è il caso, per esempio, degli studi sui metamateriali.
A questo punto sorge spontanea una domanda:
perché il tempo rallenta se andiamo veloci?
La risposta è che la fisica ha bisogno di un freno.
Come nella storia dei paradossi nel passato, la natura ha trovato un sistema per preservarsi.
Abbiamo detto che niente può superare la velocità della luce.
Provate a immaginare un treno capace di correre a una velocità prossima a quella della luce.
Adesso immaginatevi una bambina dentro il treno, che inizia a correre: in teoria, aggiungerebbe la sua velocità a quella del treno e quindi la bambina andrebbe a un passo più veloce della luce, violando le leggi della fisica.
Commenti
Posta un commento