CASTEL DEL MONTE ANDRIA (BARI) PUGLIA FEDERICO II - geometria sacra
CASTEL DEL MONTE ANDRIA (bARI) PUGLIA FEDERICO II
1240 d.c. Castel del Monte, Andria (Bari)
E' una Fortezza del XIII secolo, fatta costruire dall'imperatore del Sacro Romano Impero Imperatore Federico II nell'altopiano delle Murge occidentali in Puglia, nell'attuale Frazione omonima del Comune di ANDRIA a 17 km dalla città, nei pressi della località di Santa Maria del Monte, sulla sommità di una collina, a 540 metri s.m.l.
Era il tempo del grande Fibonacci, il matematico italiano, che aveva introdotto in Occidente i numeri indo-arabi e discuteva con Federico II e gli scienziati della sua corte dei più astrusi problemi matematico.
Castel del Monte, nel comune di Andria (Bari), in Puglia, inserito nel 1996 nella lista dei Patrimoni dell'umanità.
Il castello, completato nel 1240, sorge su un colle roccioso che domina le campagne circostanti della Murgia.
Per la sua ubicazione, la sua pianta perfettamente ottagonale, oltre alla precisione matematica e astronomica della sua planimetria, è un capolavoro unico.
Il design unico del castello, a piano ottagonale con torri ottagonali in ogni angolo, rappresenta la ricerca della perfezione.
L’area dell’edificio include il castello, che si erge solitario sulla sommità della collina, e intorno un’immensa area protetta.
UN OSSERVATORIO ASTRONOMICO
Un'altra ragione è che fosse un semplice osservatorio astronomico, all'interno del quale, dal suo cortile, in ogni giorno dell'anno era possibile osservare costellazioni ben precise, perchè si può osservare solo una porzione di cielo
Di giorno il sole con ombre secche, scandisce il cortile con linee di luce/ombra molto precise.
UN ENORME CONGEGNO MATEMATICO
Un'altra ragione è cercata solo dal punto di vista strutturale, pare che fosse un grande "congegno matematico", che fosse stato costruito seguendo una sorta di numeri precisi per poter raggiungere la perfezione del creato e creare un tempio sulla Terra in cui si potesse incontrare Dio.
Quello che si era fatto anticamente con il tempio di Salomone, una struttura umana matematicamente perfetta a tal punto da divenire dimora di Dio.
Gli stessi templi antichi e le stesse chiese di oggi sono gli unici luoghi in cui è possibile entrare in contatto con la divinità.
L'intento di Federico era dunque quello di ricostruire l'antico tempio di Salomone, la Gerusalemme Celeste, seguendo pari passo le indicazioni della Bibbia.
La corte di Federico dopotutto riuniva i migliori matematici, architetti, musici, letterati, astronomi del tempo.
piano terra dettaglio
Lo stesso sovrano era ossessionato da ogni forma di sapere e dagli esperimenti che ne poteva trarre.
Passava più tempo che poteva a studiare e si faceva tradurre un'infinità di testi antichi.
interno, scale
L'università era la sua seconda casa.
Castel del Monte poteva dunque essere il risultato di questi esperimenti, un grosso risultato di una complessa formula matematica.
Castel del Monte rispetta in ogni sua parte la legge dei numeri.
interno, sala
In esso ritroviamo le consonanze musicali dei numeri sonori di Severino Boezio, la sequenza dei numeri magici di Fibonacci e la proporzione aurea, o "numero d'oro" 1,618 la divina proporzione, il numero secondo il quale Dio ha creato la vita, perchè misteriosamente presente in ogni forma di vita a partire dal corpo umano, complesso ma sempre rispondente al rapporto numerico aureo, formula conosciuta fin dall'antichità e sempre utilizzata in ogni costruzione sacra.
Però il numero per eccellenza qui presente è, come avremo ben potuto notare, il numero otto.
I due piani distribuiti come due anelli unno sopra l'altro, sono come un numero otto scomposto e sovrapposto.
Il sette è il numero perfetto, ma l'otto, sette + 1, esprime la perfezione assoluta perchè non solo è il simbolo dell'infinito capovolto e quindi dell'eternità, ma rappresenta la nuova creazione.
Mentre la vecchia creazione di Dio si è svolta in sette giorni, la nuova creazione partirebbe dall'ottavo, che in questo caso viene rappresentata dalla rinascita battesimale.
Questo castello non è una dimora, non è stato costruito per essere abitato.
Non ha cucine, scuderie, sale di ricevimento, del trono, camere da letto; ogni stanza è misteriosamente identica all'altra e lungo le pareti, solo delle stanze al primo piano, vi corre una sorta di panca in marmo perimetrale che rende impossibile l'appoggiarci dei mobili alle pareti.
Non esiste un fossato per la difesa, cunicoli per la fuga.
Le stesse scale delle torri vanno in senso antiorario, facilitando un potenziale attacco con la spada da parte del nemico, si sa che era difficile combattere su una scala a chiocciola che andasse in senso orario se non si era mancini.
Come funzionalità abitativa abbiamo solo la presenza di camini e servizi igienici, dotati di latrine e lavabi.
Qual era la sua funzione?
Il luogo è stato sempre coperto da un profondo segreto e molti studi, per questa ragione, sono stati fatti per trovare una motivazione, una giustificazione per questo straordinario edificio.
Ovunque è possibile trovare ogni sorta di studio sul complesso, coinvolgendo equinozi, solstizi, linee immaginarie che lo congiungono con le piramidi, assi terrestri, inclinazioni con il cielo, latitudini e longitudini, altezze e lunghezze, è stato sezionato, ridisegnato, calcolato in rapporto con ogni altro luogo misterioso della terra.
sala primo piano
Tracciamo quattro rettangoli in rapporto aureo, cioè che abbiano il lato maggiore e quello minore nel rapporto di 1,618, come dire che se dividiamo i] Iato più lungo per 1,618 otteniamo quello più corto, e disponiamoli in croce in modo da ottenere una croce greca ed una croce di S. Andrea sovrapposte tra loro
Quattro rettangoli in rapporto aureo disposti a croce greca e a croce S.Andrea sovrapposte.
Disegniamo quindi sul terreno i quattro rettangoli detti prima dando loro le misure e precisamente 22 metri per i lati corti e 35 metri e 60 centi-metri per quelli lunghi .
Noteremo subito che al centro si disegna un ottagono ed un secondo ottagono si traccia alla periferia (Fig. 25).
Questi due ottagoni saranno le pareti delle sale del castello. Ma non basta perché i triangolini isosceli, che nel disegno ho evidenziato in nero, con le loro altezze determineranno lo spessore delle cortine, ossia dei muri esterni del castello, e con la lunghezza dei lati quella che deve essere la lunghezza del lato di ogni torre misurata alla base e cioè con gli zoccoli.
E le torri dovranno necessariamente essere ottagonali perché l'impone l'angolo di 135 gradi che si apre tra le coppie dei triangoli.
I quattro rettangoli in rapporto aureo (disposti come nella fig.24) tracciano due ottagoni, uno interno ed uno esterno, evidenziati in grassetto.
Essi detrminano la posizione delle pareti minori e maggiori delle sale. I triangoli isosceli, evidenziati in nero, che sporgono fuori dall'ottagono maggiore, determinano, con la loro altezza, lo spessore delle cortine del castello e, con la lunghezza dei cateti, la misura dei lati delle torri ottagone compresi gli zoccoli.
La figura ottagona della torre nasce necessariamente dall'angolo di 135° aperto tra i cateti di ogni coppia di triangoli.
Infine, una serie di rette condotte dal centro della figura e passanti per i punti di contatto dei triangoli accoppiati, determinano la forma trapezoidale delle sale.
Se dal centro della composizione conduciamo delle rette che passino per i punti in cui le coppie dei triangoli si congiungono, otteniamo il disegno trapezoidale delle sale.
Abbiamo fatto della geometria e questa elaborazione possiamo realizzarla più grande o più piccola a seconda che più grandi o più piccoli siano i rettangoli in rapporto aureo che usiamo all'origine.
Ma per ottenere Castel del Monte nelle dimensioni in cui lo vediamo ora abbiamo dovuto tracciare dei rettangoli con un lato di 22 metri e l'altro di 35,60.
Quei 22 metri del lato minore del rettangolo - che rappresenta la sezione aurea del lato maggiore e quindi l'essenza della divina proporzione tanto onorata dagli antichi - altro non sono che 40 cubiti sacri di cm. 55 ciascuno, ossia la misura usata da Salomone per l'edificazione del Tempio di Gerusalemme.
Perché tali cubiti sacri sono in numero di quaranta?
40 è simbolico nel Vecchio e nel Nuovo Testamento e sta a significare l'aspettativa e la penitenza.
Quaranta giorni durano le piogge del diluvio universale.
Dopo che le piogge terminarono e le acque cominciarono a decrescere e l'arca si arrestò sul monte Ararat, Noè attese quaranta giorni primi di mandare fuori il corvo.
Quaranta giorni trascorse Mosé sul monte Sinai e quaranta giorni durò il digiuno di Elia.
Anche il digiuno di Gesù durò quaranta giorni e quaranta giorni di preavviso dette Giona alla città di Ninive prima della sua distruzione, peraltro scongiurata perché i niniviti trasformarono i quaranta giorni in digiuno e penitenza.
Quaranta sono i giorni della Quaresima e quaranta i giorni che trascorrono dalla Resurrezione all'Ascensione di Gesù.
Anche Pitagora digiunò quaranta giorni prima di morire nel tempio delle Muse a Metaponto, secondo una delle tante versioni della sua mone. Infine quaranta furono gli anni trascorsi nel deserto dagli Ebrei.
Questo numero in generale - anche al di fuori del Vecchio e del Nuovo Testamento, si lega all'attesa, alla penitenza, alla purificazione in vista di una conquista, del raggiungimento di una meta che esige delle prove e non si concede gratuitamente.
Stando così le cose, nel numero quaranta potrebbe anche essere racchiusa la risposta sulla funzione segreta di Castel del Monte tanto idoneo - così isolato - alla meditazione collettiva con tutte le sale dei piano superiore circondate da sedili in pietra, senza cucine, fornì, dispense, cantine, senza alcuna vera comodità all'infuori dei servizi igienici.
FOTOGRAFIE DEGLI INTERNI
interno, torrescale
Commenti
Posta un commento